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14 marzo 2017 LA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI

La Palazzina di Caccia di Stupinigi è una delle perle architettoniche più belle e importanti della storia di Torino.

 

 

 

Parliamo di una struttura che ha segnato molti dei passi storici del Piemonte e del capoluogo. Una palazzina caratteristica, che ha vissuto momenti di splendore, alternati a periodi di scarso utilizzo.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi è situata a Stupinigi, una frazione di Nichelino, nella periferia a sud-ovest dalla città (a 10 km di distanza). È stata progettata da Filippo Juvarra, che avviò i lavori nel maggio del 1729. Il tutto fu ultimato nel 1733.

La Palazzina sorge sul territorio che, nel Medioevo, fu definito Suppunicum. Dopo essere passato di proprietà nella famiglia dei Savoia-Acaia, finì al Duca Amedeo VIII nel 1418. Quest'ultimo lo lasciò al Marchese Pallavicino di Zibello nel 1439.

Nel 1564 fu Emanuele Filiberto a riappropriarsene. Una volta diventato proprietario con un'espropriazione, dispose la donazione del castello e delle terre adiacenti all'Ordine Mauriziano. Ai tempi, il Gran Maestro dell'Ordine era  anche il capo di Casa Savoia. Così, l'area tornò a essere gestita direttamente dai vari sovrani della famiglia. Emanuele Filiberto divenne fondamentale nel processo che portò Stupinigi a essere la località ideale per le battute di caccia dei regnanti.

Solo con l'arrivo di Vittorio Amedeo II si partì con il progetto di costruzione, commissionato a Juvarra. La Palazzina di Caccia di Stupinigi sorse con alcuni elementi mancanti rispetto a oggi, e iniziò a mutare gradualmente le sue funzioni. Inaugurata nel 1731 con la festa di Sant'Uberto, fu ultimata generalmente nel 1733. Solo nel 1737 tutti i minimi particolari interni furono perfezionati. Negli anni Quaranta del Settecento furono aggiunte altre due ali, con le scuderie e le rimesse agricole. Modifiche apportate ai lati del viale alberato d'ingresso.

Negli anni Settanta e Ottanta del Settecento, nonostante le residenze di Venaria e Moncalieri fossero le predilette per le permanenze di lungo termine della famiglia reale, Stupinigi si ritagliò uno spazio speciale. Qui furono organizzati i momenti di svago della corte e importanti matrimoni, come quello tra Maria Teresa di Savoia e il conte d'Artois (1773), che sarebbe poi divenuto re di Francia con l'appellativo di Carlo X.

L'Ottocento fu un secolo intenso per la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Nel maggio del 1805 vi soggiornò per alcuni giorni Napoleone Bonaparte, mentre nel 1832 la struttura tornò ad essere ufficialmente di proprietà dei Savoia. Nell'aprile del 1842 vi fu celebrato il matrimonio tra Vittorio Emanuele II (primo re d'Italia nel 1861) e Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena.

Una curiosità riguarda da vicino la palazzina. Nell'Ottocento ospitò per alcuni anni Fritz, un elefante indiano maschio. Ben presto l'enorme animale riscosse fama e successo, ma la sua esuberanza lo portava a distruggere ciò che lo circondava. Così, si decise per il suo abbattimento. Dopodiché, il suo corpo fu imbalsamato e donato al museo zoologico dell'Università di Torino. Solo in seguito fu messo in mostra presso il Museo regionale di scienze naturali di Torino, dove tuttora è esposto.

Il Novecento segno le ultime fasi della storia del complesso. Nel 1919 fu ceduta al demanio statale. Nello stesso anno fu adibito al suo interno il Museo di arte e ammobiliamento, che contiene ancora oggi molti cimeli di regni e ducati italiani di epoca pre-unitaria.

Nel 1925 fu restituita in tutta la sua interezza all'Ordine Mauriziano, attualmente proprietaria della struttura. Dal 1997, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è stata nominata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Un riconoscimento di grande prestigio, che rappresenta il giusto premio per una storia così gloriosa.

Al momento, possiamo apprezzarla per i continui eventi organizzati al suo interno. Mostre e feste sono molto frequenti, tanto che, nel 2016, sono stati ben 115mila i visitatori che hanno varcato i cancelli della Palazzina. Un vero gioiello, che primeggia accanto alla Reggia di Venaria tra le bellezze della Torino turistica dei nostri giorni.

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